Il classico da non perdere.

Prendiamo come punto di partenza Piazza Maggiore, con i suoi palazzi costruiti in epoche diverse e la grande e incompiuta facciata principale di San Petronio. Palazzo D’accursio, rinnovato e ampliato nella prima metà del ‘400, presenta un grande orologio posto sulla torre di sinistra. Con la sua statua di bronzo raffigurante Papa Gregorio XIII risalente al 1580 e la “Madonna con Bambino” di Niccolò dell'Arca (1478), Palazzo d’Accursio è tuttora sede del Comune di Bologna. Quasi di fronte al palazzo si trova la statua del Nettuno, detta anche Fontana del Gigante, progettata nel 1563 dall'architetto T. Laureti, mentre le sirene da cui sgorgono gli zampilli d'acqua furono disegnate dal Gianbologna nel 1566. Ci spostiamo verso Piazza Galvani lungo i portici del Pavaglione e raggiungiamo il Museo Civico Archeologico e il palazzo dell’Archiginnasio, fatto costruire da Papa Pio IV nel 1561. Oggi biblioteca comunale, il palazzo fu la prima sede dell’Università di Bologna e presenta diverse decorazioni riguardanti stemmi di studenti, monumenti ai lettori e iscrizioni in onore di cardinali. Ci portiamo fino a via Castiglione fino a raggiungere Santa Lucia. La chiesa risalente al XVII secolo fu sconsacrata nel 1866 ed è oggi proprietà del Comune come aula magna dell’Università. All’interno l’aula principale può contenere fino a 900 persone. Raggiungiamo, facendo una piccola deviazione a destra, la chiesa di San Domenico, nell’omonima piazza. Risalente al 1221 la chiesa realizzata da Nicola Pisano è stata ed è tuttora il principale centro domenicano della città. La piazza è molto bella, al Sabato e la Domenica viene adibita a parcheggio, ma negli altri giorni della settimana si può ammirare lo splendido pavimento ciottolato con le colonne risalenti al ‘600 raffiguranti San Domenico e la Madonna del Rosario e i due mausolei dei giuristi Rolandino de' Passeggeri ed Egidio Focherari. Per finire imbocchiamo via Marsili proprio di fronte a Piazza San Domenico e proseguiamo diritti fino al Collegio di Spagna. L’edificio, progettato da Matteo Giovannelli da Gubbio, fu creato per ospitare studenti spagnoli giunti a Bologna per la sua Università. Il complesso, fondato dal cardinale Egidio Albornoz nel 1365, presenta uno stile tra il gotico e il rinascimentale. La struttura recintata da alte mura richiama caratteristiche tipiche di un convento, appena entrati si osserva un chiostro a doppio loggiato risalente al XVI secolo.

Itinerario 2
Un insolito itinerario sotto la città

Esiste una parte di Bologna molto interessante e ancora poco nota che si può visitare attraverso un itinerario che viene definito “percorso delle acque” lungo quei canali che un tempo percorrevano la città. Dal XII secolo, attraverso sistemi di chiuse e canali, venivano sfruttati il fiume Reno e Savena per scopi energetici come forza motrice per le fabbriche e per favorire il trasporto di merci via fiume. Dal porto di Bologna sul canale Navile si poteva raggiungere il Po’. All’epoca dei romani fu costruito un cunicolo lungo 20 chilometri, un vero e proprio acquedotto da cui si prelevava acqua dal torrente Setta per alimentare le fontane della città. Nel periodo medievale l’acquedotto conobbe un periodo di crisi dovuto a problemi economici per cui non si riuscì a prestare la giusta manutenzione. Così frane e smottamenti interniresero l’acquedotto romano inutilizzabile fino al 1878 quando, per mano dell’architetto Zannoni, non fu ristrutturato e ricominciò a fornire acqua ai cittadini. Nel 1996, durante lavori di ristrutturazione del torrente Aposa, venne riscoperto il ponte romano della via Emilia esattamente sotto a Via Rizzoli, incanalato tra murature antiche di epoche diverse. Canali, porti e sostegni sono tuttora visitabili nei sotterranei di Bologna, come ad esempio il Bova, antico porto, punto di confluenza tra i canali del Cavaticcio e delle Moline, attualmente posto sotto via Don Minzoni. Col passare del tempo questi luoghi antichi vennero ricoperti, alcuni per questioni igieniche, altri perchè erano utilizzati come rifugi e quindi distrutti da bombe durante la guerra. Col piano regolatore del 1889, venne sotterrato il porto per far spazio alla costruzione di strade. Rimane quindi del tutto inosservato un aspetto antico e storico di Bologna dove lavandaie, mugnai, barche trascorrevano le loro giornate di lavoro. Questo itinerario ha lo scopo dunque di fare conoscere quegli aspetti della città di Bologna che sono sempre stati nascosti; una vita sotterranea piena di storia e di cultura che oggi è a disposizione di chiunque la volesse conoscere.

Itinerario 3
Fuori dalle mura tra percorsi meditativi

Dalla circolare esterna ci portiamo verso Porta San Mamolo da dove si imbocca via dell’Osservanza una strada molto ripida che in 2 minuti porta sul colle dell’osservanza all’omonima chiesa. Qui si ha un panorama globale della città e della pianura padana sensazionale, considerando anche il fatto che si trova a meno di 2 chilometri dal centro storico. Al convento dell’Osservanza si trovano una biblioteca di testi sacri e un museo di opere d’arte sacra appartenenti ai frati minori. Ci portiamo ora a San Michele in Bosco. Dai piedi di via dell’Osservanza si svolta a destra lungo via San Mamolo e si imbocca subito a sinistra la lunga e alberata via di Codivilla, dove percorsi 800 mt circa inizia una strada a tornante sulla destra che porta verso il sagrato della chiesa. Il complesso di San Michele in Bosco ha un’origine incerta. Nel 1500, dopo essere stata distrutta, venne ricostruita. Di proprietà degli Olivetani, divenne poi dominio dei francesi che ne soppressero l’ordine e fecero della chiesa un carcere. Una delle caratteristiche della chiesa è il suo chiostro ottagonale, vale la pena visitarla nel suo interno per le numerose opere pittoriche. Torniamo verso il centro scendendo dal colle di San Michele in Bosco e prendiamo i viali di circonvallazione verso sinistra. Imbocchiamo via Saragozza e seguiamo le indicazioni per San Luca. Giunti all’arco del Meloncello, si segue a sinistra la ripida salita che costeggia il portico fino ad arrivare all’entrata dell’area antistante la chiesa. Siamo a 291 mt d’altezza e la prospettiva che si ha di Bologna è veramente spettacolare. La basilica, posta sul monte della Guardia, è il più forte simbolo della religiosità dei bolognesi. Dominante la città, la chiesa ospita l’immagine sacra della madonna con bambino. Il santuario della chiesa fu costruito intorno all’anno 1750 e fu soggetto a molti restauri. La chiesa attuale è opera di Carlo Franceso Dotti che vi lavorò dal 1723 al 1757. Tornando giù verso via Saragozza si prosegue per Casalecchio di Reno lungo la Porrettana fino ad imboccare la Bazzanese. Qui, passato il ponte sotto la ferrovia, s’imbocca sulla sinistra via di Tizzano, una stretta strada che ci conduce all’eremo omonimo. La strada si compie lungo i colli sovrastanti Casalecchio di Reno e giunti alla chiesa l’ambiente si fa silenzioso e rilassante circondato da un’ampia distesa di colline e praterie, luogo prefetto per ospitare un eremo. La chiesa di Tizzano venne costruita nel 1655 dai monaci camaldolesi ed al suo interno sono presenti diverse opere d’arte. Nella parte posteriore dell’eremo vi sono alcune celle dove i devoti si ritiravano per lunghe meditazioni. La chiesa si vede molto bene dalla zona sud della città e desta spesso molte curiosità per il suo aspetto rigoroso e solitario.

Itinerario 4
Nel cuore della città

Partiamo da Piazza Re Enzo davanti all’omonimo palazzo che si trova esattamente di fronte al portale maggiore di San Petronio. Il palazzo fu costruito nel 1200 ed ospitava la curia. Dal 1249 al 1271 venne tenuto prigioniero dai bolognesi Enzo, re di Sardegna, catturato durante la guerra di Fossalta. Si dice che la sua prigionia in questo luogo fu caratterizzata da momenti piacevoli tra ritrovi di poesie in compagnia di importanti personaggi. Da qui ci spostiamo lungo via Rizzoli all’ombra delle due torri fino a raggiungere sulla destra il Palazzo della Mercanzia nell’omonima piazza. L’edificio, costruito nel XIV secolo, ospitava alcune corporazioni tra cui il Foro dei Mercanti luogo giuridico in cui si risolvevano le controversie tra i mercanti. Sulla sinistra s’imbocca via Santo Stefano e dopo pochi passi si raggiunge la splendida Piazza Santo Stefano detta anche Piazza delle sette chiese, di cui ne sono rimaste solo 4. La piazza è incantevole e regala al visitatore la sensazione di essere ricaduti in pieno Medioevo. Il nucleo originale fu edificato nel VIII secolo su un tempio pagano dedicato ad Iside. È qui che sono custodite le spoglie di S. Petronio. Proseguendo lungo via Santo Stefano all’incrocio con via Farini, sulla destra compare una piccola strada che sale per una decina di metri fino a raggiungere San Giovanni in Monte. La facciata della chiesa risale al XIII secolo mentre l’interno fu costruito nel XIV secolo. La chiesa ospitava i canonici lateranensi, poi fu completamente ristrutturata dall’Università di Bologna. Oggi è una delle sedi della facoltà di archeologia.

San Pietro, il duomo di Bologna
San Petronio
La fontana del Nettuno
L'ingresso per i sotterranei
Bologna e la Pianura Padana vista dal colle dell'=sservanza
L'Eremo di Tizzano
Palazzo Re Enzo
San Giovanni in Monte
Le acque sotto la città di Bologna